La cascina localizzata nelle prossimità del rinomato parco archeologico di Castelseprio prende il nome dal pianoro Ronchée cha a sua volta si riprende al torrente Ronchè o Ronchet. Questa struttura agricola è tipica della pianura padana lombarda e normalmente si sviluppava nelle vicinanze di fontanili o rogge.
Nel sopraindicato caseggiato rurale si svolse un'agricoltura tradizionale, dove i braccianti e il padrone contribuivano a rendere produttivo il muntarel, ossia il rilievo morfologico più settentrionale del territorio sepriese. La popolare famiglia Ceriani fu la proprietaria di questa azienda agricola che coltivava principalmente frumento, furmentùn (granoturco), vite e foraggio. Quest'ultimo veniva destinato al bestiame e in particolare ai bovini, un allevamento fondamentale per la produzione e commercializzazione di latte nel territorio di Castelseprio durante gli anni delle guerre mondiali.
Intorno gli anni '80 la cascina è divenuta una residenza privata ed è mantenuta in perfetto stato e senza alcuna rivoluzione architettonica. Ancora oggi si possono identificare i diversi stabili riuniti intorno alla corte. La costruzione più imponente è la casa del padrone che svetta con la sua torretta, luogo divenuto tristemente famoso per il suicidio di una componente della famiglia Ceriani nel 1944.
Altri edifici agricoli sono presenti attorno al cortile: la stalla, il fienile e le abitazioni dei contadini disegnano un paesaggio tipicamente agricolo nel bel mezzo dei boschi del parco RTO. Infatti, il fondo non comprendeva solo superfici agricole, bensì anche terreni boschivi di cui, le 3-4 famiglie di braccianti della cascina Ronchè, si avvalevano delle risorse di una zona considerata da sempre vantaggiosa, come comprova l'ubicazione limitrofa dei resti dell'insediamento fortificato del IV secolo d.C. del Patrimonio Mondiale dell'Unesco.
Il fabbricato rurale sepriese è una dimostrazione del notevole peso che ha avuto in passato il settore primario nella Valle Olona. Il sistema economico nella valle era maggiormente differenziato rispetto ai giorni d'oggi, dove il settore secondario è predominante (vedi mappa dell'evoluzione dell'uso del suolo).
È utile sapere come, nel 2001 nella Valle Olona, gli impiegati nel settore agricolo fossero solamente un 0,15% del totale degli occupati, contro il 59,79% del settore puramente industriale. Per il futuro della valle sarebbe utile rivalorizzare le antiche attività dei caseggiati rurali come quelle della cascina Ronchè, poiché oltre che a conservare tradizioni e cultura popolare la diversificazione economica favorisce la resilienza del territorio e facilita una miglior sussistenza nei periodi di maggior difficoltà.
Fonte:Marina Marcon
Testo: Alberto Pala
Foto: Alberto Pala
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