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La chiesa Sant'Antonio abate a Moncucco di Olgiate Olona fu edificata nella seconda metà del Cinquecento dai frati Carmelitani con un piccolo monastero attiguo e dipendente da Milano; accanto, esisteva un cimitero circondato da muro e visibile ancora nel 1689 ("Moncucco" richiama non un monte, ma un cocuzzolo: chiesa e monastero sovrastano la valle dell'Olona).
Dopo che a ottobre 1652 papa Innocenzo X decretò la soppressione dei piccoli conventi, quello olgiatese fu soppresso il 30 maggio 1653 dall'arcivescovo Alfonso Litta sia a causa del numero esiguo di religiosi, sia perché già dal Cinquecento la comunità di frati si distinse in negativo per osservanza e regole monastiche nulle e a tratti discutibili e per gli attriti col clero locale. I beni furono affidati al parroco di Milano-Santa Marcellina, eretti in commenda (un ecclesiastico ne percepiva le rendite), depauperati dalle confische e requisizioni napoleoniche del 1797.
Ritornata tra i beni della parrocchia Santo Stefano, a fine Ottocento la chiesa Sant'Antonio abate fu valorizzata e impreziosita: nel 1864 la campana fusa dalla fonderia Bizzozero di Varese (scampata alle requisizioni di bronzo per scopi bellici), nel 1889 il pronao, nel 1890 l'altare maggiore. Soprattutto, a impreziosire il culto legato alla chiesa Sant'Antonio abate fu la Festa del Santo Sepolcro (o della Santa Croce) nata nel 1886 "in seguito a desiderio di diversi devoti che si onorasse il S.Crocefisso" (il Crocifisso ligneo la cui devozione originò nel 1752 una Confraternita della Croce, custodito e venerato nella chiesa insieme con altre due statue lignee: Gesù morto e Pietà), caratterizzata da una processione che si teneva la domenica Delle palme; nel 1936 l'arcivescovo Alfredo Ildefonso Schuster cambiò il nome (Festa della Pietà) e la data (la domenica in albis, dopo Pasqua) e da allora viene portata in processione solo la Pietà che viene traslata nella Prepositurale Santi Stefano e Lorenzo la domenica Delle palme. Sempre Schuster nel 1939 suggerì un restauro della chiesa Sant'Antonio abate, ma sui fedeli gravavano i debiti derivanti dal secondo ampliamento della Prepositurale e l'intervento fu attuato due decenni dopo: il tempio fu riaperto al culto e a Natale 1955 iniziò la celebrazione di una messa festiva (decenni dopo partecipata sempre meno dai residenti e sempre più per comodità d'orario, fu soppressa nel 2004).
Mentre nella seconda metà del Novecento nell'ex convento i nuovi proprietari - privati - ricavarono abitazioni, la chiesa Sant'Antonio abate di Olgiate Olona fu oggetto di lavori e abbellimenti: nel 1971, negli anni Ottanta il rifacimento delle porte d'ingresso, negli anni Novanta il restauro di campanile, tetto e cappelle laterali. Interventi necessari, data l'unicità del tempio cinquecentesco: interamente affrescato, è l'unico sito storico-artistico di interesse turistico a Olgiate Olona e il soffitto ligneo a cassettoni crea un'ottima acustica (perciò fu scelta da cori e gruppi musicali quale luogo per registrazioni).
La chiesa Sant'Antonio abate, cara agli olgiatesi, ogni anno torna a brillare quattro volte: il 17 gennaio, nel periodo pasquale, il 16 luglio. Il 17 gennaio è la festa patronale, preparata da alcuni volontari della Prepositurale Santi Stefano e Lorenzo, molto partecipata: messa solenne al mattino, nel pomeriggio vespri e benedizione degli animali (Sant'Antonio abate ne è il protettore: la statua lignea presente nella chiesa è della fine del secolo XVII) e falò per bambini, alla sera concerto e tradizionale falò.
A maggio, mese mariano, in chiesa Sant'Antonio abate una sera alla settimana viene recitato il Rosario. Il 16 luglio è la festa liturgica della Madonna del Carmine, celebrata con solennità finché i Carmelitani abitarono il convento e venerando la statua della Beata vergine Maria del monte Carmelo custodita nella chiesa (quella oggi visibile fu benedetta a luglio 1957): da alcuni anni viene celebrata una messa serale. La chiesa Sant'Antonio abate a Moncucco testimonia che gli olgiatesi non dimenticano tradizioni e gesti di fede ereditati dalle generazioni che li hanno preceduti: le rivivono e le migliorano, perché tramandano nel tempo valori imperituri.
Fonte:
Testo: Alberto Colombo
Foto: Marino Bianchi, Erika Bassi
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