Il protagonista di oggi è anche uno dei protagonisti delle festività natalizie. È un sempreverde, conifera, aghifoglia.
Il re indiscusso delle foreste fredde delle Alpi, del nord Europa e dell'Asia centrale. È l'Abete rosso o più precisamente il Peccio (Picea abies).
Una pianta molto usata in silvicoltura, con uso a scopo industriale. Il suo tronco si sviluppa in una verticale quasi perfetta fino a superarel'altezza di 40 metri, abbandonando con l'età i suoi rami piu bassi e inevitabilmente perdendo la sua tipica forma a piramide.
Il tronco e soprattutto i suoi rami secondari hanno colore bruno rossiccio. Cresce in maniera uniforme per i primi 50 anni, poi rallenta la sua crescita. Gli anelli di accrescimento sono regolari (in condizioni ottimali).
Per il suo legno chiaro, tenero e leggero, è molto apprezzato in falegnameria e anche come base per le casse armoniche degli strumenti a corda.
Senza essere frainteso, vorrei ricordare come tutti i Pecci utilizzati come alberi di Natale siano coltivati in vivaio, non vengano cioè estirpati dalle foreste.
Quelli invece di grandi dimensioni, tagliati e utilizzati come decoro in piazze e città, avevano già nel loro destino l'abbattimento.
La politica boschiva, prevede infatti il loro rimpiazzo con decine di esemplari giovani. L'utilizzo consapevole di questa pianta, non è quindi un danno ecologico.
Il Peccio a volte è stato maldestramente utilizzato come pianta da rimboschimento. Il suo apparato radicale poco profondo (un metro massimo), non è sicuramente adatto alle opere antierosive.
Mi dilungo per parlarvi della straordinaria conformazione del suo fogliame ovvero gli aghi. Se osservate un ramo di Peccio, noterete che gli aghi partono direttamente dal ramo, sono a sezione quadrata e disposti a spirale ( nell'abete bianco sono invece appiattiti e disposti a pettine).
Perché le foglie si sono trasformate in aghi? Perché abitando in aree con luce moderata, una minore superficie fogliare consente un corretto processo di fotosintesi, perché gli aghi (che hanno anche una superficie cerosa) diventano impermeabili e fanno scivolare con più facilità la neve.
Luca Rogora
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