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Ciclopasseggiando in Valle Olona Fagnano Olona |
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Arrivando da Solbiate Olona, subito dopo una breve discesa si entra in territorio di Fagnano Olona. Qua è possibile seguire una nuova variante arrivando da Solbiate Olona. Invece di scendere dal paese, proseguendo in costa si raggiunge la Passeggiata Ecologica, un sentiero percorribile anche in bicicletta e lungo poco più di un chilometro che segue la costa. Passeggiata Ecologica La passeggiata ecologica, ed in particolare il Crocifisso che domina la valle Olona, sono stati realizzati dai volontari della Contrada dei Calimali, dall’anno 1987 al 2000. Questo luogo, particolarmente caro per la sua sacralità a tante famiglie e a tutti i bambini che in occasione dell'annuale Festa degli alberi hanno messo a dimora decine di abeti, aceri e querce, rappresenta anche la memoria storica dell’associazione Calimali che in questo luogo ha realizzato numerose iniziative culturali ed ambientali. La pista ciclopedonale prosegue invece sul fondovalle, dove sulla destra si attraversa il fiume su un ponte di legno al Km 5,7. Si entra in territorio di Gorla Maggiore, contrassegnato da un monumento che raffigura tre torri, il simbolo del paese in prossimità di una svolta a sinistra, lasciando a destra un'area boschiva. Qua il percorso di affianca ai binari della Ferrovia della Valmorea che seguirà per buona parte del percorso rimanente. Dopo un centinaio di metri, nei ressi di un posteggio, inizia una delle opere più importanti dal punto di vista del recupero ambientale della zona, realizzato dal Comune di Gorla Maggiore e a cavallo dei due Comuni. Parco dell'Acqua/impianto di fitodepurazione Il progetto di fitodepurazione, nato nei pressi del confine con Fagnano Olona, vuole con tecniche totalmente naturali, ecologiche e sostenibili depurare le acque reflue civili, levando così parte di questo lavoro ai depuratori tradizionali della valle. Questa pratica di purificazione si caratterizza per un trattamento di tipo biologico, nel quale le piante crescendo nell'acqua satura di nutrienti hanno un ruolo fondamentale e diretto sulle colonie di batteri nelle radici e nei rizomi. L'area visibile è stata denominata Parco dell'acqua per la grande presenza di questo elemento vitale. L'Olona, che è destinatario delle acque depurate, lambisce il parco nel quale sono inseriti anche uno stagno artificiale e altre vasche adoperate per il risanamento. La vegetazione introdotta in questo luogo, tipica delle zone umide (ninfee, cannucce di palude, giaggioli, etc.), è necessaria per la depurazione e favorisce la biodiversità indispensabile per l'avifauna e per le altre specie animali. Il PLIS del Medio Olona fa da cornice all'area verde artificiale che consente una visuale ampia e aperta del fondovalle. In questo luogo vi è la possibilità di ammirare l'autorevole cotonificio Candiani, simbolo di un tempo passato e di uno sfruttamento ambientale insostenibile, e in opposizione è possibile scorgere il sistema di fitodepurazione, emblema della riqualificazione ambientale e di una crescente cultura della sostenibilità. Grazie alla felice posizione a ridosso della pista ciclopedonale e a fianco di Calipolis, il luogo è molto frequentato. Oltre a queste ragioni esterne, ciò che richiama tanto pubblico è la presenza di un'oasi di tranquillità in un territorio altamente industrializzato, nel quale oltre a godere della bellezza del paesaggio o praticare attività fisiche o socio-culturali, la popolazione ha la consapevolezza di sostare nel bel mezzo di una "infrastruttura" naturalizzata utile all'Olona e alla comunità stessa. Subito dopo il parco, si costeggia l'area di Calipolis, raggiungibile anche prima del ponte di legno attraversato in precedenza restando sulla stessa sponda. Calipolis è un punto di sosta tra i più accoglienti dell'intero tracciato. Qua, nei pressi della torretta d’osservazione si prende la sterrata che costeggia il Bosco nuovo OL e porta a si ricongiunge alla ciclabile. Presso l’Approdo è presente anche un FIAB-POINT di Ciclocittà Varese. Da qui, si prosegue a sinistra. in direzione Cairate avendo sulla sinistra gli edifici dell’ex cotonificio Candiani. Cotonificio Candiani "…Il quarto periodo nasce con il sorgere nel nostro paese, cioè in Italia, dell'industrializzazione e dell'introduzione dell'uso della forza motrice dell'acqua per far andare le nuove tecnologie nell'ambito tessile. È l'età della grande epopea, a Manchester, lassù in Inghilterra, si contrappone la Valle Olona, si contrappongono gli opifici della Valle Olona, i bachi da seta, ma sopratutto i cotoni" (Robertino Ghiringhelli, 2004). Con questo pensiero lo storico Ghiringhelli descrive l'importante sviluppo industriale della Valle Olona che inizia negli ultimi anni dell'ottocento. Lo studioso compara le manifatture tessili di questo territorio con quelle inglesi, patria della rivoluzione industriale. Effettivamente la manifattura tessile della valle ebbe una crescita quantitativa e qualitativa molto rilevante in quell'epoca, la quale fu incentivata anche dalla costruzione della ferrovia della Valmorea all'inizio del '900. I protagonisti di questo spettacolare fenomeno furono i grandi cotonifici che si situarono lungo tutto il percorso dell'Olona. Una speciale concentrazione di questo settore è avvenuta nella località di Fagnano Olona, dove si creò un vero e proprio distretto manifatturiero del settore tessile. In questo ambiente nacque nel 1895, grazie alla verve imprenditoriale della famiglia Candiani, la innovatrice Filatura di Fagnano Olona. Enrico Candiani, industriale di seconda generazione, sostituì i telai meccanici a quelli a mano, incrementando così la produzione. L'azienda di origine familiare ebbe una crescita progressiva che portò nel 1902 ad ampliare l'edificato, aprendo un nuovo reparto di candeggio e tintoria e nel 1930 ad erigere delle nuove costruzioni in riva all'Olona per il candeggio a prato. Negli Anni '70, dopo più di settant'anni di gestione, finì l'era dei Candiani, la tradizionale famiglia che diede un impiego a molti fagnanesi e gorlesi cedette l'attività alla Citiesse spa. La posizione degli stabili manifatturieri si situano, tanto allora come oggi, in una posizione strategica. Infatti in questo punto della valle vi è stata una elevata riqualificazione ambientale. Esempi lampanti sono, oltre alla pista ciclopedonale che collega tutta la Valle Olona, la creazione di un parco destinato alla pratica della fitodepurazione e l'innovativo riutilizzo dei vasconi di decantazione delle acque industriali dell'impresa tessile. Quest'ultima opera è oggi conosciuta come Calipolis ed è impiegata come sede della associazione Volontari Contrada dei Calimali, artefice di varie iniziative culturali e ambientali. Gli altri stabili riservati alla produzione industriale perdurano in buono stato e si impongono in un paesaggio pianeggiante tipico del fondovalle dell'Olona, dove la vegetazione del Parco Medio Olona fa da sfondo ai colori più tipicamente artificiosi delle fabbriche. Il complesso è composto da fabbricati di varia altezza e la costruzione di maggior dimensioni è la sala delle caldaie. Quest'ultima domina tutta l'area e con sul frontone dell'edificio la decorazione del simbolo della famiglia, l'aquila sormontata da una stella, celebra la potenza economica dei Candiani e delle manifatture tessili della Valle Olona. Al Km 6,6 Attraversata la strada provinciale Fagnano Olona-Gorla Maggiore, si prosegue lungo un tratto immerso nella natura tra i più frequentati, grazie anche al fatto di essere tra i più facili da raggiungere dai paesi. Dopo aver attraversato la strada asfaltata che porta alla frazione Balzarine, al Km 7,7 si raggiunge uno spiazzo ghiaioso dove un tempo c’era la stazione locale della Ferrovia della Valmorea. In prossimità della sbarra che segna il ritorno sul tracciato protetto, sulla destra, una scalinata permette di accedere alle Balzarine attraverso i boschi. In cima infatti, si scende a destra per pochi metri lungo la strada, per imboccare uno sterrato in salita, a sinistra. Lo sterrato costeggia giardini e orti, prima di arrivare alla frazione. Si prosegue sullo sterrato che curva a gomito sul lato del caseggiato fino ad incrociare la strada asfaltata precedentemente abbandonata. Si sale a destra e dopo alcuni metri si curva a sinistra, raggiungendo l’Agriturismo Le Balzarine, dove pranzare o gustare un gelato. Si prosegue fra le case della frazione fino ad inoltrarsi nel boschetto lungo una strada sterrata in discesa dal fondo un po’ sconnesso. Al bivio, nel bosco, tenere la destra e proseguire fino a ritornare sulla pista ciclabile al Km 8,5. Proseguendo dritto si raggiunge invece una su strada asfaltata, fiancheggiando gli edifici della fabbrica Gaspare Tronconi, azienda tessile in attività dal 1597. Superato il ponte sull’Olona, si raggiunge via Opifici, dalla quale inizia l'itinerario di visita a Fagnano Olona. Attraversata la strada, si procede su una scalinata che si intravede quasi di fronte. A metà salita, trascurando il sentiero sulla sinistra, si prosegue fino a raggiungere la piazza San Giovanni e l’omonima chiesa di Bergoro, frazione di Fagnano Olona. La piazza è fiancheggiata da tigli e panchine. All’uscita della piazza, si percorre sulla sinistra la via S. Giovanni. Al numero 74 si trova l’enoteca – ristorante Menzaghi. Si prosegue fino allo stop e tenendo la sinistra ci si immette su un tratto di ciclabile in direzione del centro. Superato il cimitero e il monumento ai Caduti, si svolta a sinistra per via Matteotti e fiancheggiando il Campo Sportivo si giunge alla Cappella di S. Martino. Cappella di San Martino Recentemente restaurata, è quanto rimane dell'antico cimitero annesso all'antichissima chiesa del borgo di San Martino, demolita alla fine del Settecento. Quando, nel 1933, si decise la rimozione dei detriti per costruire la Palestra della colonia elioterapica, vennero alla luce importanti reperti: un'ara votiva a Giove, una pietra con inciso uno scudo visconteo. La meravigliosa volta dedicata a San Martino e due scritte religiose: "Ciò che sarete voi noi siamo adesso" e "Perciò chi scorda noi scorda se stesso". Dopo due anni di lavoro i restauri integrali della cappella sono giunti finalmente a conclusione, con un favoloso risultato finale. Con grande impegno la Pro Loco ha raggiunto anche questo importante traguardo, riconsegnando ufficialmente alla popolazione fagnanese con una sontuosa inaugurazione l'antica Cappella di San Martino, perfettamente restaurata in ogni sua parte, sia interna che esterna, affreschi compresi. A fianco dell’edificio, sede della Polizia Locale, si prende una strada lastricata in discesa, fino a raggiungere la strada asfaltata (via Opifici). Si prosegue in salita per alcuni metri fino al termine della stessa nel Piazzale XX settembre. Si tiene la sinistra fino a raggiungere il Castello Visconteo. Castello Visconteo Il Castello Visconteo di Fagnano Olona è situato sul ciglione che guarda il corso del fiume Olona e ha sempre avuto una funzione strategica di rilievo. Fin dall'alto medioevo, la Valle Olona rappresentava una naturale via di penetrazione da Nord verso la pianura milanese e perciò è naturale il trovare lungo la vallata una serie di fortificazioni sorte a vigilare il percorso iniziando da Varese, scendendo a Castiglione Olona, Castelseprio e appunto Fagnano Olona. Il castello viene considerato l'antemurale di Castelseprio ed è citato nelle lotte tra i torrioni e i Visconti. Nel 1257 l'Arcivescovo milanese Leone da Perego abbandonata la città, si rifugiò nel Seprio, mentre da Milano partì Martino della Torre, Capitano del popolo, che giunto con le sue milizie a Fagnano assediò il castello che gli resistette e non fu conquistato. Nel 1285 invece Fagnano Olonavisse di riflesso i fatti legati al Contado e alle lotte tra le fazioni Torrione e quelle Viscontee. Nell'ottobre di quell'anno le forze viscontee assediarono la fortezza di Castelseprio in quel periodo tenuta da Guido da Castiglione, seguace dei Torrioni. Abbandonata poi l'impresa si portarono a Fagnano Olona ma non sappiamo se in quell'occasione il castello subì dei danni. Quando il Seprio passò definitivamente in mano ai Visconti, il castello fu tenuto da quel ramo familiare che si chiamò proprio dei Visconti di Fagnano. Il feudo fagnanese venne a dividersi in due parti distinte, una fu affidata al ramo di Giovanni Visconti di Gasparo grazie al quale si formarono i Signori di Fagnano, ramo che si estinse nel 1514. L'altra parte del feudo venne affidata ai discendente di Azzo Visconti, fratello di Giovanni e che formarono il ramo dei Visconti di Ierago. Mentre ai primi spettò il castello, i secondi abitarono nel cosiddetto Castellazzo e la parte feudale da loro detenuta si nominerà Comune di Azzo Visconti. Il castello nel 1451 venne affidato da Francesco Sforza a Filippo Maria Visconti conte di Albizzate, e figlio del milite Gaspare e di Agnese Besozzi. Allo stesso venne confermato nel 1470 dal duca di Galeazzo Maria Sforza. Nei diari di Cicco Simonetta segretario ducale, è ricordato un soggiorno nel 1474 di Galeazzo Maria Sforza al castello di Fagnano durante una battuta di caccia. Infatti il duca alla fine di ottobre di quell'anno dopo aver cacciato a Castiglione, a Varese, e nei dintorni di Gallarate, trascorse la notte del 31 ottobre al castello di Fagnano, loco de Messer Filippo Visconti. Nel 1500 il castello era ancora in piena efficienza e partecipe delle lotte che interessarono il gallaratese tra ducali, spagnoli e truppe francesi. È segnalato un assedio da parte delle truppe ducali al castello, presidiato dai francesi del capitano Valmontone. Circondato il fortilizio i ducali ruppero l'ostinata resistenza degli assediati snidandoli con cariche esplosive che fecero cadere una parete del castello. L'Imperatore Carlo V nel 1551 concesse il titolo di Conte di Fagnano a Vitaliano Visconti Borromeo. A Gaspare Visconti, che succederà a Carlo Borromeo nel 1585 come Arcivescovo di Milano, sono attribuiti i lavori di ristrutturazione del castello già rovinato nei decenni precedenti. Nel trasformato castello l'Arcivescovo Gaspare Visconti trascorreva i periodi estivi e qui si rifugiò durante l'epidemia del 1587-88. Nel 1674 il feudo fagnanese era tenuto congiuntamente dai Visconti di Fontaneto e dai Visconti Borromeo. Alla fine dell'ottocento il castello invece passa dai Visconti ai marchesi Tanzi e Ponti e, dal 1950 è di proprietà comunale, diventando la sede degli uffici amministrativi. Negli ultimi anni grazie alle varie Amministrazioni locali che si sono susseguite sono stati eseguiti importanti lavori di restauro sull'imponente facciata del castello, nel portico e nel secondo cortile con sistemazione e ammodernamento sia interno sia degli infissi. Un nuovo intervento sarebbe preventivato per finire il restauro del primo cortile e per riscoprire una sala sotterranea di cui si è scoperta l'esistenza nel 2007 a causa di forti tracce di umidità lasciati sulle pareti lungo il corridoio della sala consiliare. Si ritorna poi al Piazzale XX settembre per prendere la discesa sterrata (Costiola) che fiancheggia sulla destra via Opifici. Al termine della discesa, girare a destra su strada asfaltata (viale Carso) , sulla destra si può ammirare il Castello Visconteo con prato a gradoni. Prima del ponte sull’Olona, si prende uno sterrato sulla destra che porta al vecchio mulino Bosetti, ora in stato di abbandono. Si prosegue su sterrato e , superato l’Olona, si raggiunge la strada asfaltata. Si procede a sinistra in discesa e superato nuovamente il ponte sull’Olona, si ritorna alla ciclabile all'altezza di Calipolis.
a cura di Luciana Macchi Cairate
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