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Ciclopasseggiando in Valle Olona
Gorla Minore

Marnate

È proprio su questa sezione che annualmente si svolge la manifestazione Fischiava il treno dedicata al ricordo dell’ex Ferrovia della  Valmorea che ha avuto un ruolo importante nella storia dei paesi della Valle Olona. La strada regala scorci naturalistici pregevoli. All'inizio, dove è presente una delle poche fontanelle di acqua potabile, sulla destra si trova la scaletta che collega il fondovalle a Prospiano.

Proseguendo invece per 800 metri, si arriva  a un  piccolo fabbricato della stazione ferroviaria. Dietro ad esso, sulla destra, una scaletta  collega il fondovalle all’ex castello Terzaghi (oggi Collegio Rotondi). Salendo questa scala, impossibile  non notare una struttura in mattoncini marroni sulla sinistra, la chiesa di San Maurizio. Finita la scala oltre alla chiesa vedrete sulla vostra sinistra anche il rinomato Collegio Rotondi.

La Chiesa di San Maurizio e il Collegio 

Le origini dell’oratorio di San Maurizio vanno collegate all’ambizioso desiderio dei nobili locali, i Terzaghi, di possedere una cappella nell’ambito della propria residenza. Che questa fosse anticamente una specie di casa fortificata, è dimostrato anche dal fatto che molti documenti notarili dei secoli XVI e XVII indicano la dimora dei Terzaghi col nome di castello. La costruzione della cappella è da collocarsi poco dopo l’anno Mille; nel corso di restauri dell’interno sono affiorati alcuni affreschi databili tra il XIII e il XIV secolo. Nel 1599, per volere testamentario di Giovanni Andrea Terzaghi, l’oratorio, che egli stesso aveva provveduto a riedificare, fu ceduto alla Congregazione degli Oblati, con l’obbligo di farvi risiedere un confratello per la celebrazione quotidiana di una messa.
Nuovamente ampliato e restaurato alla fine del ‘600, quando venne eretto il bel campanile cuspidato in cotto, dopo l’occupazione francese, nel 1810, fu confiscato insieme a tutte le altre proprietà della Congregazione. Sarà riaperto nel 1811.
Nell’estate del 1944 finì per essere usato come magazzino. Con il testamento del 1599 il Terzaghi lasciò alla Congregazione degli Oblati del S. Sepolcro anche la sua residenza, vicino all’oratorio di S. Maurizio, con l’obbligo di istruire i giovani.
Gli Oblati si dedicarono con grande zelo a questo compito e ben presto ai ragazzi di Gorla si aggiunsero quelli dei paesi vicini. L’iniziativa riscosse tanto successo da indurre gli Oblati ad aprire un vero e proprio collegio nel 1629. Un secolo dopo si costruì il cosiddetto quadrilatero, corrispondente al corpo centrale dell’attuale complesso, con il cortile interno circondato da un portico scandito da sessanta colonne di granito.
Nel 1774 i convittori sono 73 e la retta ammonta a 300 lire annue, ma appena dodici anni più tardi il numero è salito a 110 interni, più altrettanti esterni. Si insegna la lingua latina servendosi anche del dialetto. L’antica “casa da nobile” dei Terzaghi è ora completamente incorporata nelle nuove strutture, che vanno gradualmente estendendosi verso la piazza del paese, ma la confisca dei beni del 1810 annulla secoli di lavoro.
Il rettore Gianbattista Sioli e il vicerettore Giorgio Rotondi riscattano, con grandi sacrifici, l’intero “stabilimento”, compresa la chiesa di San Maurizio. Nel 1816 il Rotondi ottiene dal governo austriaco la nomina a rettore, paga i debiti ed acquista una parte dei terreni confiscati. Nel 1818 viene chiuso al pubblico l’oratorio di San Maurizio e il Collegio cede al comune di Gorla Minore la striscia di terra sulla quale sorgerà la rampa di accesso alla stazione ferroviaria.
Il 24 luglio 1838 il Collegio viene riconosciuto “stabilimento pubblico”, sotto la tutela dell’imperial regio governo. Dal 1848 al 1853 il Collegio fu retto dai padri Somaschi e il suo prestigio diminuì notevolmente, tanto che i convittori scesero a 80. Ma con il ritorno degli Oblati si rese addirittura necessaria l’apertura di nuove aule in altri edifici della piazza. Nel 1880 fu eretta una cappella interna e dieci anni dopo la costruzione del liceo. Nel 1912 fu aperto a Gorla il Collegio Femminile Gonzaga, retto dalle suore della Presentazione di Maria SS. al Tempio. Oggi è sede di una casa di riposo per anziani.

Proseguendo sempre dritto si arriva  in piazza XXV Aprile, dove si inizia già cominciare a scorgere il campanile della chiesa di San Lorenzo. Per raggiungere la chiesa non bisogna  far altro che tenere la sinistra, attraversare l’incrocio semaforico e proseguire sempre dritto lungo via Battisti. È lungo questa strada che si tiene la Via dell’Amicizia, una manifestazione organizzata a favore della Cooperativa Gruppo Amicizia che opera con ragazzi disabili. Poco prima della chiesa sulla sinistra sembrerà di osservare semplicemente un campetto di basket ma in realtà  è ciò che resta della vecchia scuola materna e dell’oratorio femminile. Oggi i due oratori sono riuniti in quello maschile che si trova di fianco alla chiesa parrocchiale e che annualmente ospita un evento a cui la popolazione gorlese tiene molto: il Palio della cuccagna dei coscritti.

La Chiesa di San Lorenzo 

E’ assai difficile, se non impossibile, stabilire quale fu e quando sorse il primo luogo di culto cristiano a Gorla. Forse, com’è accaduto in moltissimi altri centri, una prima piccola chiesa nacque proprio nel luogo stesso dedicato al culto degli dei pagani.
L’ipotesi sembrerebbe confermata dal fatto che tutte le antiche cappelle dei paesi vicini furono edificate lungo il ciglio della valle e in prossimità della strada di collegamento tra le varie località; qui, invece, la primitiva cappella, dedicata ai Santi martiri diaconi Lorenzo e Vincenzo, sorse in posizione molto arretrata rispetto al ciglio dell’Olona e alla strada.
L’esistenza di una chiesa con questo titolo, attestata nel XIII secolo, è confermata dal dipinto trecentesco della Madonna dell’Aiuto che originariamente, cioè prima della mutilazione, era in forma di trittico: ai lati della Vergine erano affrescati i Santi patroni di Gorla, appunto San Lorenzo e San Vincenzo. Un primo ampliamento della chiesa di S. Lorenzo fu attuato alla metà del XVI secolo: il gesuita padre Leonetto Clivone, nella sua visita del 1566, indicando le misure dell’edificio, a navata unica, aggiunge che “la chiesa è nuova e bella”. Le dimensioni della costruzione resteranno immutate fino al 1852, mentre l’interno verrà abbellito da altari marmorei e decorazioni, per iniziativa dei parroci e con il concorso dei fedeli. Alla metà del secolo scorso verrà modificato tutto l’impianto cinquecentesco della chiesa (che resterà però a navata unica), con la costruzione della facciata, l’arretramento dell’altare maggiore, l’aggiunta del coro e la sostituzione del primitivo soffitto a cassettoni con volta a botte. In quest’occasione furono parzialmente distrutti i portici realizzati nel 1776 e fu incorporato nella facciata il campanile.
Mezzo secolo più tardi iniziarono i lavori per la costruzione delle navate laterali, che si conclusero nel 1901. 
La chiesa, con il nuovo altar maggiore, sarà consacrata dall’arcivescovo di Milano, Andrea Carlo Ferrari, l’11 maggio 1901.

Alla fine di via Battisti si raggiunge piazza San Lorenzo che ospita l’omonima chiesa. Girando a sinistra, imboccherete via San Giovanni Bosco dotata di pista ciclopedonale che termina al cimitero comunale dove riposano alcuni cittadini illustri della città. Prima di arrivare alla fine di via San Giovanni Bosco, imboccate sulla destra via Lazzaretto. Salendo lungo questa strada incontrerete sulla destra il Lazzaretto.

Proseguendo sempre dritto su questa strada si arriva alla zona dedicata allo sport, un’ampia area ben attrezzata nella quale è possibile praticare una vasta gamma di attività. Oltre ai campi sportivi, le palestre, le piscine, il termario e lo stadio di calcio, potrete fare una passeggiata anche al Parco Nord che incontrerete sulla vostra sinistra. Proseguendo lungo via Petrarca dovrete poi girare a destra e alla fine della discesa vi ritroverete nuovamente in vista della chiesa di San Lorenzo. Prima di arrivare in piazza, girate a sinistra e seguite la pista ciclopedonale di via Aliprandi. Andando sempre dritto potrete osservare sulla vostra destra una moderna costruzione in legno, sede del nuovo asilo comunale (asilo nido e scuola materna). Girate attorno all’isolato svoltando a destra in via Giacchetti. Di fronte a voi si possono già osservare i cancelli del parco Durini, mentre sulla vostra destra vedrete la piazza che ogni venerdì mattina ospita il mercato cittadino.

Villa Durini, il suo parco e la scuola elementare

Il parco di Villa Durini oltre ad ospitare l’omonima villa (attuale sede degli uffici comunali), è sede anche della scuola elementare comunale. Attraversate la strada ed entrate al suo interno seguendo la strada asfaltata. Troverete numerose panchine, un’area attrezzata con giochi per i bambini, tavoli da pic-nic e una fontanella per fare il pieno alla vostra borraccia. La strada asfaltata passa dietro alla scuola elementare facendovi scoprire una nuova via di collegamento alla pista ciclopedonale del fondovalle. Questo sentiero in discesa tra gli alberi porta però a un cancelletto che non sempre è aperto.

Proseguendo lungo la strada asfaltata si esce dal cancello che porta in via Matteotti, da qui potete andare sempre dritto e raggiungere la frazione di Prospiano (sulla vostra sinistra vedrete la sede dell’Ospedale Raimondi), altrimenti svoltare nella prima traversa sulla sinistra, seguendo la pista ciclopedonale di via Diaz. Sulla vostra destra incontrerete la scuola media comunale. All’incrocio potete tornare indietro, svoltando a sinistra dove incontrerete sulla sinistra l’ex edificio del municipio, oggi sfruttato come biblioteca comunale; oppure potete proseguire girando a destra. La strada è tutta dritta. Al secondo incrocio semaforico di via Vittorio Veneto troverete sulla sinistra il Monumento ai Caduti. Sempre sulla sinistra ma dall’altro lato della strada c’è il Centro Ricreativo Diurno che ospita il museo delle Arti e dei Mestieri; accanto ad esso c’è la sede della Croce Rossa Italiana.

Girando a destra in via Raimondi e proseguendo sempre dritto arriverete ad un dosso artificiale. Sulla vostra sinistra vedrete la sede dell’Ospedale Raimondi mentre alla vostra destra troverete la moderna chiesa di Prospiano, dedicata ai Santi Nazaro e Celso.

La Chiesa di Prospiano

Notevole interesse riveste anche la chiesa dei SS. Nazaro e Celso, di antiche origini, nella frazione di Prospiano. La tradizione considera i due Santi titolari i protomartiri della Chiesa milanese: furono infatti martirizzati nell’anno 64, durante la persecuzione neroniana.
Il gesuita padre Clivone, nella relazione della sua visita effettuata a Prospiano nel 1566, annota brevemente: “La chiesa è antica ma piccola”. La vetustà dell'edificio viene riconfermata da Carlo Borromeo nella relazione della sua visita pastorale del 1582; dopo aver rilevato che la chiesa è a navata unica, divisa in tre campate, con una lunghezza di dieci metri, una larghezza di metri 6,50 ed un’altezza di metri 5,50, prosegue sottolineando che l’esiguità e la povertà della popolazione non consentono certamente opere straordinarie ed è già molto se si riesce a sopperire alla manutenzione ordinaria.
Soltanto verso la metà del ‘600 il tempio subirà una prima trasformazione che, modificando l’originaria struttura, probabilmente romanica, gli conferirà l’aspetto attuale. Alla metà dell’Ottocento risalgono i fregi in cotto della facciata, il rosone e il bel portale. Nel 1933 al campanile quadrato fu sovrapposta una cuspide.
Nel 1961, poichè la chiesa non era più in grado di contenere l’accresciuta popolazione di Prospiano, furono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo edificio, su progetto dell’architetto Enrico Castiglioni. Consacrata nel 1964 con la stessa intitolazione, la chiesa venne considerata da molti uno dei migliori esempi di architettura contemporanea.

Andando ancora avanti percorrendo via Raimondi, incontrerete sulla vostra sinistra la vecchia chiesa di Prospiano. Proseguendo ancora dritto noterete che la strada curva vistosamente a sinistra. In questa curva, sulla destra, troverete l’imbocco della scaletta descritta in precedenza che vi ricondurrà al fondovalle e alla pista ciclopedonale del Medio Olona.

Per chi volesse fare un’escursione ancor più lunga e completa, ecco due percorsi ulteriori.

Il primo, parte da Piazza XXV aprile dove, dopo aver attraversato la strada, invece che imboccare via Battisti e raggiungere la chiesa di San Lorenzo, potete tenere la sinistra e percorrere via Garibaldi. Sulla vostra sinistra vedrete la Residenza San Luigi Gonzaga. Questa residenza per anziani un tempo ospitava il Collegio femminile Gonzaga. Proseguendo su via Garibaldi, girate a destra alla prima traversa, via Venegoni, finchè raggiungerete la ben segnalata pista ciclabile di via San Giovanni Bosco. Se girate a sinistra vi dirigerete verso il Lazzaretto e il cimitero, se invece andrete a destra raggiungerete l’oratorio San Filippo Neri e la chiesa di San Lorenzo.

Il secondo, a Prospiano, una volta giunti all’incrocio semaforico di via Vittorio Veneto, anziché girare a destra, svoltate a sinistra e proseguite lungo via Colombo. Andate sempre dritto sulla salita superando la rotonda della Ditta ORSA. Andando sempre dritto troverete sulla sinistra la chiesetta della Madonna dell’Albero circondata da un’area verde dove a settembre come da consuetudine ha luogo uno spettacolo pirotecnico atteso con gioia da tutta la cittadinanza. Tornate indietro seguendo la medesima strada dell’andata.

La Madonna dell’Albero 

Anticamente era  indicato come Chiesa campestre di Santa Maria in Arbore. Il ciclo di affreschi che orna l’interno è attribuito al frate umiliato Giacomo Lampugnani e risale agli ultimi anni del ‘400; probabilmente fu commissionato da qualche nobile locale. Il nome del santuario deriverebbe da una miracolosa apparizione della Madonna dell’Albero, con l’obbligo di due messe settimanali e di una festa solenne in onore della Vergine, da celebrarsi nel giorno dell’Assunzione.
Nel 1597 l’orientamento della chiesa appare mutato e corrispondente a quello attuale. Nel 1603, infine, il cardinale Federico Borromeo, rendendo omaggio alla Madonna dell’Albero, annota le dimensioni del santuario (14 braccia di lunghezza) e dispone che l’apposita cassetta per la raccolta delle offerte venga munita di una doppia serratura, dotata di due chiavi: una in custodia al curato, l’altra ai nobili di Prospiano.

Tratto da Piccola guida di Gorla Minore, realizzata dai Rragazzi del Ccr

Dopo la visita di Gorla Minore è possibile proseguire ritornando a Olgiate Olona all'altezza del bivio della pista ciclabile. In alternativa, pochi metri dopo la vecchia stazione all'inizio della scaletta, sulla sinistra si arriva a un ponte pedonale per riallacciarsi al percorso originale all'altezza del km 3,5, a metà circa di un lungo rettilineo che costeggia una storica industria locale.

Si prosegue ancora un tratto fino al km 4,2 dove, dopo una lieve salita, la strada presenta un bivio. Proseguendo a sinistra lungo la breve parte più ripida dell'ascesa, si arriva a Solbiate Olona, lungo la via Calvi. All’incrocio subito dopo, proseguendo in via Sant’Anna si attraversa il centro storico.

a cura di Maria Antonietta Ricco

Solbiate Olona

 

Introduzione