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Ciclopasseggiando in Valle Olona Solbiate Olona |
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Dopo la visita di Gorla Minore è possibile proseguire ritornando a Olgiate Olona all'altezza del bivio della pista ciclabile. In alternativa, pochi metri dopo la vecchia stazione all'inizio della scaletta, sulla sinistra si arriva a un ponte pedonale per riallacciarsi al percorso originale all'altezza del km 3,5, a metà circa di un lungo rettilineo che costeggia una storica industria locale. Si prosegue ancora un tratto fino al km 4,2 dove, dopo una lieve salita, la strada presenta un bivio. Proseguendo a sinistra lungo la breve parte più ripida dell'ascesa, si arriva a Solbiate Olona, lungo la via Calvi. All’incrocio subito dopo, proseguendo in via Sant’Anna si attraversa il centro storico. Per una visione più completa del paese è però preferibile un altro accesso. Dal bivio, proseguendo ancora qualche centinaio di metri lungo la pista ciclopedonale, una discesa corre a i margini di un prato entrato ormai nella storia dello sport internazionale. Fino al 2002 è disputato infatti il Ciclocross di Solbiate, manifestazione capace di richiamare migliaia di persone nella storica data del 6 gennaio, che ha contribuito a rendere nota la manifestazione anche come Ciclocross della Befana. Giusto al termine del prato, al Km 4,6, dove si incrocia via Tobler, si incontrano due luoghi simbolo della vita sociale del paese, il secondo dei quali legato proprio alla manifestazione. Poche decine di metri a destra percorrendo via Tobler si arriva all’ingresso del Cotonificio Ponti. Cotonificio Ponti La storia ebbe inizio nel 1817 con l'acquisto, da parte di Andrea Ponti, del Mulino Custodi, il cui cambio d'uso, da macina per il grano a forza idraulica, avvenne nel 1821. Il 23 agosto 1823 si avviò la lavorazione di cotone a Solbiate Olona. Era già una realtà importante con 153 operai di cui 12 donne. Andrea Ponti J. rinnovò profondamente la filatura introducendo l'illuminazione a gas, una vasta tintoria e una tessitura. Dal 1862 al 1867 furono fatte continue modifiche sia nello stabilimento sia sul corso del fiume. Nel 1888 morì Andrea e subentrò il figlio Ettore il quale dotò l'opificio di un impianto di energia elettrica che consentì un forte ampliamento dei reparti di filatura e tessitura. Nel 1902 la filatura entrò a far parte della Società Anonima Cotonificio Furter, ma ne uscì dopo circa un decennio a seguito di una grave crisi internazionale, e il 28 luglio 1914 venne fondata una società anonima apposita: la Società Anonima Cotonificio di Solbiate. Con l'avvento della prima guerra mondiale il Cotonificio si trovò ad affrontare da un lato un'ingente richiesta di forniture belliche, e dall'altro la scarsità di materia prima, combustibile e manodopera maschile, situazione ottimamente affrontata dal direttore tecnico Alfredo Tobler. Il Cotonificio non trascurò neppure in questo periodo il legame con la comunità solbiatese e si impegnò molto nel sostegno delle famiglie dei richiamati, dei militari e dei prigionieri. L'espansione continuò fino alla prima metà degli anni '60, poi iniziò il declino del tessile che coinvolse anche il Cotonificio. La crisi peggiorò negli anni '80 finchè, anche a causa degli enormi danni subiti dall'alluvione del 1992, il 13 marzo 1993 si concluse l'importante storia del Cotonificio di Solbiate.Attualmente, la struttura è di proprietà privata e viene aperta in parte al pubblico in occasione di alcune manifestazioni. Attraversata via Tobler, prima di proseguire lungo la pista ciclabile, una targa richiama l’attenzione. Si tratta dei vincitori delle cinquanta edizioni storiche della corsa ciclistica, ricordati con questo riconoscimenti proprio alla base del vero e proprio simbolo del paese, la Scaletta, anche per il ruolo di collegamento tra centro abitato a luogo di lavoro per buona parte della popolazione durante il XX secolo. La Scaletta Risale al 1823, per la precisione al 23 agosto, il primo registro del locale Cotonificio, allora Ditta Andrea Ponti, collocato sul fondovalle. Nello stesso periodo nasce la Scaletta, per un giorno sinonimo di Ciclocross, per il resto dell'anno collegamento con il fondovalle, non più per lavoro, bensì per coloro alla ricerca di un contatto con il paesaggio. La Scaletta è composta da 176 gradini, divisi in due parti. Partendo dal basso, dopo i primi 122 la direzione cambia per affrontare con gli ultimi 44 scalini, prima di arrivare nella piazza della vecchia Chiesa. In prossimità di questo cambio di rotta, nel 1904 è stata realizzata la Grotta della Madonna di Lourdes, luogo di preghiera per la popolazione locale, ma nata come angolo di devozione per gli operai. In totale quindi, 176 piccoli dislivelli per un dislivello complessivo di trentatre metri. La Scaletta rappresenta il punto di accesso privilegiato per la visita al paese, arrivando dietro la Chiesa del Sacro Cuore. Per chi non vuole lasciare la bicicletta ai piedi della Scaletta è possibile percorrere il Coustieau de tre sass, arrivando alla fine in via Sant’Anna che si percorre a destra per un centinaio di metri dopo essersi ricongiunti con la salita da Via Tobler. Chiesa del Sacro Cuore Nel libro Notitiae cleri Mediolanensis del 1398, si fa riferimento a una Chiesa dedicata a S.Antonino di origine medioevale citata come capella in loco Sulbiate de Inferiori, mentre dalle notizie di Goffredo da Bussero, canonico di Rovello nel 1288, sappiamo che "esisteva in Sulbiate Inferiore un altare dedicato a S.Antonino". Ma la prima dettagliata descrizione, corredata da un disegno della pianta datata 1582, si trova tra gli atti delle Visite pastorali degli Arcivescovi Milanesi. Dopo la visita di San Carlo Borromeo, nel 1582 divenne Chiesa Parrocchiale, con il primo Parroco don Donato Armiralio che, come sacerdote, operava a Solbiate dal 1549. Dopo questa prima visita vennero aggiunti al primo edificio, il battistero e la cappella della Beata Vergine, dedicata anche a San Vito per ricordare la chiesetta campestre posta a 700 cubiti fuori dal paese (l'attuale via S.Vito ), che era stata da poco demolita. Il campanile risale probabilmente al 1604, data scolpita sul capoporta che introduce alla torre campanaria. Nel 1880 la Chiesa viene ulteriormente ampliata grazie alla munificenza del proprietario del Cotonificio di Solbiate, Andrea Ponti. Viene spostata in avanti la facciata, demolita la vecchia cappella maggiore e aggiunti a est una campata e il nuovo presbiterio coperti da una volta semiellittica a crociera, il locale adiacente all'abside viene adibito a sacrestia. Fino al 1943 è stata la Chiesa Parrocchiale di Solbiate Olona, viene poi chiusa al culto nel 1970. Dal piccolo piazzale della Chiesa, oggetto di un recente intervento di riqualifica, si riprende via Sant’Anna per svoltare subito a sinistra in via Vittorio Vento, lungo la quale si trova la grande piazza della Chiesa di Sant’Antonino Chiesa di Sant’Antonino Nel 1927 l’allora parroco di Solbiate Olona Don Giovanni Calvi formò un “Comitato esecutivo per l’erezione della nuova Chiesa”. Nonostante gli anni diffidi e grazie ai sacrifici del parroco e del suo successore Don Carlo Parravicini, pronto il progetto nel 1938, l’anno seguente cominciarono i lavori. La prima pietra fu posata il 10 ottobre 1939 alla presenza di Sua Eminenza Cardinal Alfredo Idelfonso Schuster Acivescovo di Milano. Scoppiata la seconda guerra mondiale, la situazione economica e sociale si fece drammatica, ma il Paese rispose con sacrifici e grande generosità e il 30 luglio 1943 il Cardinale tornò per consacrare la “Chiesa nuova” iniziando la celebrazione, dopo un allarme aereo, alle 4,30 del mattino. Nel 1950, Don Ugo Mocchetti cominciò a far costruire il campanile alto 53 metri più due metri di croce, che verrà terminato con orologio e campane entro il mese di dicembre dello stesso anno. Nel 1954 venne costruito il ciborio sull’altare maggiore. Nel suo interno ci sono gli altari settecenteschi prelevati dalla vecchia Chiesa parrocchiale, nel 1969 venne dotata di un magnifico organo Tubi, sostituito poi nel 2004 dal Parroco don Emilio Sorte con un grandioso organo Mascioni. Sempre grazie a don Angelo Porro, nel 1992 fu posato sul vecchio pavimento in cemento, il nuovo pavimento in granito rosa di Sardegna e creato un nuovo altare con nuove sedute per i celebranti. Questo nuovo altare è stato poi consacrato il giorno 11 novembre 2012 dal Cardinale di Milano Sua Eminenza Angelo Scola. Proseguendo si arriva su Via Patrioti, la principale arteria per il traffico locale. Dopo aver svoltato a destra, la prima via a sinistra è via XXV Aprile, dove si incrociano la biblioteca, il Centro Socio Culturale e l’adiacente complesso delle scuole elementari. Al suo interno, ha sede il Museo Socio Storico Museo Socio Storico Inaugurato il 17 dicembre 2006, è idea e frutto dell'appassionato lavoro di raccolta effettuato in 35 anni dalla storico solbiatese Aldo Tronconi. Attraverso 450 cimeli offre un'immagine della società locale vista, raccontata e rappresentata nelle sue diverse fasi storiche, costituendo così un punto di riferimento per le generazioni future. Modernamente impostato dal punto di vista espositivo, è un condensato della vita a cavallo fra XIX e XX secolo. Il Museo permette, attraverso 17 vetrine, di rileggere la Storia lungo vari percorsi: scuola, religiosità, vita contadina/era industriale, le guerre, il fascismo, la nascita della Repubblica. "Piccole cose sopravvissute al passato, al logorio del tempo che portano in sé un'illusione di eternità e che testimoniano l'innocenza, la fede, la fatica, la gioia, il dolore e la morte di chi ci ha preceduto nello scorrere inarrestabile delle stagioni dell''esistenza umana, scrivendo la loro breve o lunga pagina di storia. Custodirle con passione e amore, ci fa degni cittadini, eredi di un mondo che non c 'è più ma che non va dimenticato". (Aldo Tronconi) APERTO IL SABATO dalle 14.30 alle 17.30 All’uscita, si ritorna su via Patrioti, per attraversarla e proseguire lungo tutta via Roma per arrivare davanti al Monumento ai Caduti, alla cui sinistra si trova il Municipio. Proseguendo lungo via Matteotti si arriva invece all’ultimo punto di interesse di Solbiate Olona. In quella che in passato era la frazione Solbiello si trova la Chiesa di San Protaso e Gervaso Chiesa di San Protaso e Gervaso Si ha notizia di questa chiesa nel Liber Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero nel 1289, dove a pag. 302 troviamo: "Subiate superius ecclesia Sancti Protaxii". Viene poi così descritta dal relatore della visita pastorale compiuta da S.Carlo Borromeo nel 1580: " Edificio chiesa dei Santi Protaso e Gervaso in Solbiello, parrocchia di Solbiate, pieve di Olgiate Olona". A quell'epoca era in rovina e senza gran parte del tetto ma, a seguito di questa visita, fu non solo riparata ma anche ampliata come certificato durante la seconda visita di S.Carlo nel 1603. Nel 1772 venne portato in questa chiesa e posto sopra all'altare maggiore, il crocifisso che anticamente era posizionato sull'architrave della chiesa parrocchiale di Solbiate, ogni quarta domenica di Ottobre veniva celebrata la festa del S.S. Crocifisso. In quegli anni venivano abbandonati in ceste, davanti alla porta della chiesa, diversi neonati affidati poi a famiglie che abitavano nei pressi dell'edificio. Nei primi anni del '900 venne di nuovo ampliata sino a raggiungere le dimensioni attuali, fu visitata dal Beato Cardinal Ferrari e nel 1933 ci fu la visita pastorale del Cardinal Idelfonso Schuster che la definì: monumento prezioso. Nel 1978, il Parroco don Angelo Porro, vedendola ancora malmessa, ne dispose il restauro completo. Durante i lavori, sotto il pavimento, sono state trovate diverse tombe di antichi abitanti risalenti al 1300. Sul campanile sono state posizionate le campane che prima suonavano sul campanile, ancora oggi esistente, del vecchio oratorio maschile di Solbiate. Per proseguire il percorso sul fondovalle, procedendo su via Cesare Battisti, ci si addentra nelle case sulla destra fino a Via Indipendenza, al termine della quale sulla destra, una larga discesa sterrata riporta alla pista ciclopedonale. Chi si muove a piedi potrà proseguire verso sinistra una volta giunti al fiume, mentre chi deve recuperare la bicicletta deve tornare alcune centinaia di metri a destra per tornare alla Scaletta. Da qui dopo aver costeggiato il complesso del Cotonificio, si ritorna a risalire il fiume in un tratto di canale lungo un chilometro dove si passa anche sotto il viadotto della nuova Autostrada Pedemontana e dove è in corso un intervento di piantumazione di una vasta area. Subito dopo la strada imbocca una leggera salita fino al punto dove i due itinerari di Solbiate Olona si ricongiungono.
a cura di Antonello Colombo e Giuseppe Goglio Gorla Maggiore
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